- VIVERE Cernusco - Lista civica dal 1984
Mi presento. Anche se molti mi conoscono da tempo, sono sicuramente tanti i nuovi Cernuschesi che vorrebbero sapere qualcosa di più su di me.
Sono VIVERE Cernusco, una lista civica attiva dal 1984. Incredibile, vero?
Certo un bel traguardo se pensiamo a quante forze politiche in questi anni sono nate, sono scomparse, si sono trasformate.
Io invece sono ancora qui, a lavorare, come ogni lista civica degna di questo nome, solo per il bene comune dei suoi cittadini.
Non ho mai cambiato nome e i miei valori di riferimento rimangono gli stessi di quando, nel lontano 1984, un gruppo di giovani ha dato vita a un progetto politico fondato su giustizia sociale, trasparenza amministrativa e tutela del territorio.
Grazie ai tanti cittadini che mi hanno rinnovato la loro fiducia, ho sempre avuto una rappresentanza in Consiglio Comunale, per quasi 25 anni sui banchi dell‘opposizione, poi, per 14 anni, nella maggioranza di centrosinistra che ha governato la nostra città.
Con impegno, passione e spirito di servizio ho dato il mio contributo perché Cernusco diventasse una città dove anche tu hai scelto di vivere.
Da dicembre 2021 sono di nuovo sui banchi di opposizione, una scelta maturata dopo lunghe riflessioni, una scelta rimandata a lungo solo per senso di responsabilità nei due difficili anni della pandemia.
Non mi riconoscevo più in una squadra in cui prevalevano personalismi e interessi particolari, in un‘amministrazione dove le scelte non erano dettate da una chiara e condivisa linea politica ma da sollecitazioni provenienti da ambiti diversi.
La coerenza ai valori per cui sono nata non mi permetteva di restare oltre, anche se questa scelta pone davanti a me una strada sicuramente più difficile.
Molti però hanno compreso e condiviso questa decisione perciò, anche in questa tornata elettorale, mi presenterò con lo spirito di apertura e rinnovamento che mi hanno sempre contraddistinta.
Accanto a uomini e donne che in questi anni mi hanno sostenuto con il loro impegno, ci saranno numerosi volti nuovi.
Persone provenienti dal mondo delle associazioni culturali, sociali e ambientaliste, dal mondo dello sport, della scuola, delle professioni hanno deciso di mettere la loro passione e le loro competenze al servizio della città, della tua, della nostra comunità.
Con loro continuerò a VIVERE e a lavorare per CERNUSCO.
Il legame con la nostra storia e la nostra identità è fondamentale per far comprendere chi siamo e i valori che ci caratterizzano.
La storia di VIVERE è una storia di persone che vivono il radicamento sul territorio e la buona politica, fatta da persone credibili e nutrita di valori, che hanno ancora posto nel nostro Paese.
Fu davvero una grande scommessa nel 1984 credere in un nuovo soggetto politico che, a livello locale, riunisse persone diverse per formazione ideologica e culturale ma che condividevano l’idea di politica come servizio e un progetto di città ispirato a valori di trasparenza, partecipazione, tutela del territorio, servizi alle persone.
Abbiamo lavorato e lavoriamo tenacemente per una politica nuova, distinti, anche se non distanti dai partiti, con i quali abbiamo cercato percorsi condivisi, in un’ottica però di reale rinnovamento del fare politica.
In un epoca dove la partecipazione è spesso sostituita dai “like”, la cittadinanza attiva deve ritrovare posto nel nostro fare politica.
Primo principio della cittadinanza attiva è la partecipazione. Se come cittadino mi muovo per far sistemare la buca davanti a casa mia, sto curando un mio interesse, ma se raccolgo firme per abbattere le barriere architettoniche di quel marciapiede, allora sto facendo vera partecipazione e divento un cittadino attivo.
Secondo principio della cittadinanza attiva è voler bene alla propria città.
Se disprezzo il mio paese, se mi disinteresso di quello che succede, se non ho fiducia nei miei concittadini, difficilmente troverò la voglia e il tempo di impegnarmi per la mia città.
Terzo principio della cittadinanza attiva è il distacco dal potere.
Se non si ha il coraggio di criticare il sindaco o l’assessore perché nostri amici, se si è troppo vicini a chi governa, se si tace quando a sbagliare sono i “nostri”, allora non stiamo facendo vera partecipazione .
Quarto principio della cittadinanza attiva è la capacità di critica.
Se impariamo a non fermarci alla critica generica, al “sono tutti uguali”, al “in questa città non va bene niente”, ma ad informarci, a dedicare tempo e fatica ai problemi della città, a conoscere il territorio, allora colmiamo i deficit di conoscenza dell’azione amministrativa.
Quinto principio della cittadinanza attiva è la speranza.
Se crediamo che sia possibile cambiare le cose, che insieme possiamo modificare il nostro paese e costruire una soluzione alternativa, se sapremo essere accoglienti verso gli altri, se, in alcuni casi, ci sarà richiesto di lottare per vedere riconosciuti i nostri diritti, allora vuol dire che abbiamo intrapreso la strada per diventare cittadini attivi.
Un valore che ha sempre connotato la nostra lista è il fatto di essere composta da donne e uomini liberi.
Liberi dalle direttive di partito, liberi dalle pressioni dei centri di potere, liberi dai piccoli o grandi conflitti di interesse, liberi dal desiderio di “poltrone” o interessi personali.
Una diversità che ha sempre caratterizzato i nostri consiglieri e assessori, insieme a coerenza e senso di responsabilità.
Un obiettivo fondamentale è la ricostruzione di comunità politiche che si riconoscano nello studio dei problemi, la capacità di ascolto, il rispetto. Ricostruire comunità politiche responsabili e consapevoli del loro ruolo. Proporre una alternativa sana al rapporto sbagliato tra leader narcisista e popolo senza rappresentanza.
Nell’era della economia globalizzata il primo posto è occupato dalla finanza e dai mercati globali, alla politica è richiesto che riconosca la propria inferiorità e che non interferisca nei meccanismi della globalizzazione. Di fronte a questi presupposti diventa urgente che i partiti ritornino a essere un’ articolazione, un filtro della società, rinvigorendo la presenza sul territorio, in un dialogo vero e non fittizio con i cittadini, simpatizzanti, iscritti. Partiti deboli, società debole. E viceversa.
La crisi e la pandemia hanno messo in evidenza i punti di debolezza del nostro Paese.
Sanità, istruzione, pubblica amministrazione, ambiente sono solo alcuni di questi argomenti che hanno portando alla luce i limiti ma anche le scelte sbagliate fatte in passato. Una volta si stava peggio ma il futuro era migliore; ora si sta meglio ma con una prospettiva di futuro peggiore. Le democrazie hanno bisogno di fiducia nel futuro, fiducia che nel futuro la vita sarà migliore e che pertanto conviene impegnarsi.
Siamo chiamati ad osare di più a livello nazionale, regionale e locale. I politici coraggiosi sono quelli che sfidano orientamenti consolidati e opinioni comuni in nome in nome di ideali e valori, consapevoli del ruolo di guida che la politica deve avere nei confronti della società.
Coraggio politico consiste nel non essere mediocri.
Dobbiamo ritrovare la capacità di appassionare le persone alla vita politica del nostro Paese.
La passione e le emozioni si generano con il racconto efficace dei valori.
Qualunque scelta resta senza vita se non è animata da una passione, che diventa impegno e vocazione.
Le emozioni, in politica, vanno suscitate, non vanno inseguite. La ragione è convincente solo se capace di suscitare emozioni.
Un buon politico deve sapere comunicare eticamente i valori che intende perseguire: ciò non toglie che debba anche saper comunicare e indicare il suo programma ma il cuore del messaggio politico devono essere i valori.
Una qualità che dovrebbe animare e accompagnare soprattutto chi decide di dedicarsi all’impegno politico, insieme a competenza e senso di responsabilità.
Non può esserci democrazia senza vera opposizione. L’opposizione costituisce una funzione non sostituibile per il funzionamento della democrazia politica, un elemento costitutivo della stessa. I governi e i poteri pubblici hanno bisogno di avere come controparte non semplici minoranze ma vere e proprie opposizioni.
Non esistono maggioranza/minoranze ma bensì governo/opposizione. Come il governare anche l’opposizione è una scuola di formazione politica e culturale.
Un percorso che tutti i politici dovrebbero percorrere e sperimentare, in quanto fondamentale per la loro crescita politica, amministrativa e umana. A fare l’opposizione ci vuole più passione che a governare.
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