RIFIUTI PLASTICI STOCCATI PIÙ VICINO A UN POZZO DI ACQUA POTABILE

Intervento di Vivere Cernusco al consiglio comunale del 16 dicembre 2024

Nel Consiglio comunale di lunedì 16 dicembre si è consumato l’ultimo atto di un’operazione che già un anno e mezzo fa Vivere Cernusco aveva denunciato come potenzialmente pericolosa.

Accondiscendendo alla richiesta di una ditta che fa stoccaggio di rifiuti plastici, la maggioranza al governo di Cernusco aveva infatti ridotto la fascia di rispetto del pozzo di acqua potabile di via Firenze.

Lunedì in Consiglio è arrivata la seconda delibera che permetterà il via definitivo al deposito di rifiuti in prossimità del pozzo: si concede infatti a Cap l’area per installare un dispositivo in grado di rilevare contaminazioni che potrebbero interessare il pozzo.
Respingere la delibera sarebbe stata l’ultima occasione per fermare il tutto, ma la maggioranza ha tirato dritto, assumendosi la responsabilità di una scelta non dovuta, che privilegia l’interesse di un privato rispetto all’interesse pubblico di tutela di un bene prezioso come l’acqua.

Di seguito riportiamo il testo e il video dell’intervento del nostro consigliere Giordano Marchetti.

“Nella deliberazione di circa un anno e mezzo fa, approvata in consiglio con parecchi mal di pancia, l’Amministrazione Comunale aveva inserito la clausola  che la nuova ridotta fascia di rispetto del pozzo di captazione acqua potabile di via Firenze poteva essere attuata solo  a seguito della realizzazione di  presidi  di  controllo; presidi  costituiti sostanzialmente dalla realizzazione di un piezometro da collocarsi a monte del pozzo di captazione dell’acqua potabile.

L’occasione di questa sera mi consente di porre ancora l’accento sul fatto che il Consiglio Comunale non aveva alcun obbligo nel procedere alla variante urbanistica della fascia di rispetto dei 200 metri del pozzo di Via Firenze, ma nonostante ciò la scelta fu diversa e così si procedette in tal senso anche se era evidente che

  1. quel pozzo aveva già una sua cronica criticità qualitativa delle acque emunte per la presenza Cromo VI e solventi clorurati);(tetracloroetilene e tricloroetilene usati per lo grassaggio dei metalli e lavanderie a secco -10microgrammi/litro come somma totale)
  2. che era collocato in piena zona industriale e dunque, per le attività lì insediate e insediabili in futuro, un pozzo che, privato della sua normale fascia di rispetto, sarebbe stato più soggetto a subire potenzialmente un peggioramento della qualità dell’acqua, sia rispetto ai suoi consolidati parametri chimici che rispetto a quelli degli altri pozzi presenti in città;

Indipendentemente dei pareri che furono espressi da CAP e ATO, dove si diceva un po’ tutto e il contrario di tutto, e dalle prescrizioni  e indicazioni contenute in quei pilateschi pareri ebbi allora modo di dire che la discrezionalità decisionale del Consiglio comunale su quell’ argomento era sovrana.

Nonostante ciò la maggioranza del Consiglio non ebbe il coraggio di bocciare la richiesta fatta da TREGENPLAST e così si acconsentì di ridurre la fascia di rispetto del pozzo. 

La posizione, molto argomentata, assunta dal mio gruppo , fu invece quella del respingimento della richiesta fatta.

Oggi siamo chiamati a deliberare che il previsto pozzo spia, inserito nelle delibera  del 2023, venga realizzato; Pozzo che sarà  fatto  a spese di TREGENPLAST  su un’area di circa 1 mq di proprietà comunale, area che il Comune concede in diritto di superficie, e senza alcun corrispettivo, a CAP Holding, perché avrà il compito di campionare l’acqua emunta  dal pozzo spia.

Ora se è vero che con le caratteristiche del sottosuolo di quella zona e con la nuova delimitazione della fascia di rispetto un qualsiasi sversamento accidentale impiegherebbe, stando allo studio prodotto dal Geologo incaricato da TREGENPLAST, almeno 60 giorni prima di raggiungere la zona di captazione delle acque e dunque vi sarebbe tutto il tempo necessario per prendere provvedimenti in merito, dobbiamo però essere consapevoli che i provvedimenti consistono sostanzialmente nell’escludere il pozzo dalla rete cittadina, pompare continuamente acqua da buttare via, realizzare impianti a carboni attivi o addirittura abbandonare il pozzo qualora non si riuscisse a ottenere risultati soddisfacenti in tempi brevi.

Il mio gruppo, come ho detto, non condivise la decisione assunta dalla Giunta, e portata poi in deliberazione consigliare, di ridelimitare l’area di rispetto del pozzo di via Firenze, pur di acconsentire l’insediamento  di quell’azienda di trattamento rifiuti. Le ragioni e le motivazioni di dissenso esplicitate allora restano valide anche oggi con la riconferma di un voto contrario.”

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