RIMPASTO DI GIUNTA
RIMPASTO DI GIUNTA Rimpasto di Natale, rimpasto elettorale L’inaspettato rimpastino di Giunta che la Vicesindaca Colombo ha messo in atto a distanza di quasi 5
La possibilità di inquinamento del pozzo, con un massiccio deposito di rifiuti plastici così vicino, non è affatto remota!
Ambientalisti di facciata, quanti fiorellini vorrete ancora piantare per far dimenticare questa scelta vergognosa?
Vivere Cernusco, coerentemente con le battaglie già fatte in commissione Territorio e che avevano portato a un iniziale rinvio della delibera, ha espresso il suo netto NO a questa decisione. Con noi, compatte, tutte le altre forze di opposizione.
Questi i consiglieri di maggioranza che invece, insieme al sindaco Zacchetti, hanno votato a favore di questa pericolosa delibera:
Melzi, Pozzi, Mandrini, Assi e Coppola del PD,
Cedri, Gargantini e Riva di TuttixCernusco,
Codazzi e Patrucco di Cernusco Possibile, unico gruppo a votare compatto a favore.
Nel PD infatti si sono astenute le consigliere Fiorillo e Galimberti, insieme a Scigliano di TuttixCernusco. Assente Romano (PD) che in commissione aveva espresso le sue perplessità, e Colombo (Cernusco Possibile) che invece in commissione aveva difeso le ragioni della Tregenplast.
TESTO DELL’INTERVENTO DI GIORDANO MARCHETTI
“Ci Viene chiesto di decidere se accogliere o meno la richiesta pervenuta dalla società Tregenplast di ridurre l’attuale fascia di rispetto del pozzo di emungimento dell’acqua destinata al consumo umano di via Firenze, fascia avente un raggio di 200 metri dal punto di captazione, in modo tale da far uscire da questa limitazione normativa l’attività che Tregenplast intenderebbe svolgere nel proprio insediamento di via Novara.
La Tregenplast, come credo sappiamo ormai quasi tutti, in collaborazione con aziende che producono rifiuti plastici, si occupa di recupero, selezione, rigenerazione e commercio di materie plastiche, in particolare polietilene, polipropilene e materie prime seconde, e non a caso “La seconda vita della plastica” è lo slogan che appare sul logo aziendale.
Bene, fatte queste rapide premesse prima di assumere una decisione al riguardo forse vale la pena soffermarci qualche minuto a cogliere il senso di quanto stabilito dalla norma.
Il D.Lvo 152/2006 (Testo Unico Ambientale) all’art. 94 ci dice che la zona di rispetto di un pozzo per la captazione di acque destinate al consumo umano è costituita dalla porzione di territorio da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso e ha lo scopo di tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata.
La norma indica nel raggio di 200 metri la zona di rispetto dal punto di captazione.
E poi, sempre la legge ci dice che nella zona di rispetto sono vietati l’insediamento di centri di pericolo e lo svolgimento di una serie di attività tra cui ( e ne cito solo tre perché mi paiono i più pertinenti):
Proviamo adesso a focalizzare almeno l’attenzione solo sulla dicitura “gestione rifiuti”.
Cosa intende la legge per Gestione rifiuti?
Il termine, ai sensi dell’art.183 del D.Lgs 152/2006, sta a significare tutte le operazioni che bisogna eseguire per “gestire” un rifiuto, ovvero la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento del rifiuto compreso il controllo di tutte queste operazioni.
L’operazione che Tregenplast intenderebbe svolgere in via Novara, così come scritto nella lettera trasmessa al Comune, all’ATO e al CAP, è quella di “ messa in riserva R13”.
Questa dicitura alla maggior parte di noi non dice niente, anzi all’apparenza sembra non abbia nulla a che fare con i rifiuti, ma non è così. Secondo quanto descritto nell’allegato C dell’allegato D del D.Lgs 152/2006, la messa in riserva R13 altro non è che un’operazione di recupero che si sostanzia nella forma di stoccaggio di rifiuti da avviare a recupero.
La norma poi prevede che nei centri in cui viene fatta “la messa in riserva” dei rifiuti devono essere stabilite le caratteristiche impiantistiche di tali centri, le modalità di stoccaggio dei rifiuti e i termini massimi entro cui i rifiuti devono essere avviati alle operazioni di recupero e riciclaggio.
Di tutto questo non c’è nulla allegato alla richiesta presentata da Tregenplast per la riduzione dei 200 metri della fascia di rispetto del pozzo.
Faccio presente che il piazzale dell’insediamento Tregenplast di via Novara, dove dovrebbe essere costituita la “messa in Riserva” dei rifiuti dista mediamente 60 metri dal punto di captazione del pozzo di via Firenze.
Tutto questo preambolo per dire come il Consiglio Comunale non ha alcun obbligo nel procedere alla variante urbanistica della fascia di rispetto dei 200 metri del pozzo di Via Firenze, fascia che è stata correttamente inserita nel PGT vigente seguendo le disposizioni di legge, così come del resto è stato fatto anche per tutti gli altri pozzi della città.
Indipendentemente dei pareri espressi da CAP e ATO, dove si dice un po’ tutto e il contrario di tutto, e dalle prescrizioni e indicazioni contenute in questi che definirei pilateschi pareri ( nella replica posso meglio evidenziare questa mia affermazione) quel che è certo è che la discrezionalità decisionale del Consiglio comunale su questo argomento resta sovrana e per quanto mi riguarda la posizione che assumerà VIVERE sarà quella di respingimento della richiesta fatta.
Al di là del supporto normativo le motivazioni che intendiamo ulteriormente addurre a tale diniego sono molteplici e, a mio parere, legate principalmente al fatto che:
Chiudo con un ultima considerazione che riguarda la pochezza della documentazione prodotta a sostegno della richiesta fatta.
Mi sarei aspettato che la richiesta di Tregenplast fosse stata accompagnata almeno da uno studio sulla compatibilità ambientale, da una relazione tecnica in cui fossero descritti ad esempio i tipi di rifiuti, la loro provenienza, le modalità di stoccaggio, le quantità in gioco, i tempi di permanenza di quelli in attesa di essere processati e di quelli già lavorati, la capacità produttiva degli impianti di Cassina e Cernusco nel lavorarli , il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, il piano di emergenza e così via.
Niente di tutto ciò.
Tralascio infine sulle ragioni della mancata conferenza di servizio tra il Comune, i Comuni confinanti, ATO, CAP, ARPA; conferenza che, non ho ancora capito tra l’altro le ragioni del perché non è stata mai convocata, forse sarebbe servita a motivare, in un confronto franco, le ragioni di tutti ma in particolare quelle di chi alla fine spetta l’assunzione della decisone finale, cioè noi.
Tralascio, per ora, di commentare perché il Sindaco ha tenuto all’oscuro questo Consiglio sugli esiti dell’incontro avuto giovedì scorso con i Sindaci e rappresentanti dei comuni contermini e CAP, su quanto emerso e quali erano le richieste avanzate dai partecipanti all’Amministrazione di Cernusco
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